Aoi HUber Kono
Aoi Huber Kono nasce a Tokyo nel 1936, figlia del celebre grafico Takashi Kono e di Yoshiko Kono, una delle prime donne ad esercitare la professione di copywriter in Giappone. Cresce in un ambiente creativo e stimolante, in cui il padre, con il suo spirito di viaggiatore e l’apertura verso le avanguardie europee, ha rivoluzionato la grafica giapponese unendo la modernità occidentale all’estetica tradizionale. Questa fusione diventa una fonte di grande ispirazione per la visione estetica di Aoi.
Dopo aver conseguito il diploma in arte e musica nel 1960 presso la Tokyo Geijutsu Daigaku (Università delle arti), nello stesso anno si trasferisce a Stoccolma per seguire un corso di perfezionamento in grafica alla Konstfack University of Arts, Crafts and Design. Il trasferimento è reso possibile grazie a Stig Lindberg, artista e designer svedese, che il padre aveva conosciuto in Giappone verso la fine degli anni '50, in occasione di una mostra a lui dedicata.
Nel 1961 Aoi prende una pausa dagli studi e raggiunge il padre a Milano in occasione di una importante conferenza che riuniva i maggiori grafici del momento. In questa occasione conosce Max Huber, noto grafico svizzero, che sposa nel 1962 e con il quale si stabilisce prima a Milano (1962-1970) e poi a Sagno nel Canton Ticino.
Nell'ambiente artistico milanese, che aveva visto Max Huber tra i protagonisti del rinnovamento della grafica del secondo dopoguerra, Aoi stringe amicizie e stabilisce rapporti di lavoro con artisti come Bruno Munari, Achille Castiglioni, Piero Manzoni, Kengiro Azuma e Ugo Mulas. Collaborando anche accanto al marito nel campo della grafica, dell'arredamento e del design, realizza opere che danno vita a un mondo unico, frutto dell'incontro tra la sensibilità giapponese – caratterizzata da una visione estetica basata su asimmetria, semplicità, modestia e intimità – e la cultura europea.
Una tappa importante della sua carriera è la realizzazione del libro per bambini Il grande pesce per le Emme Edizioni (1968), che avvia tutta una serie di opere dedicate all’infanzia (libri e giochi), caratterizzate da poche parole e segni che raccontano esperienze semplici e universali, avvicinandosi senza sforzo al mondo infantile.
Accanto all’arte applicata, continua a esprimersi anche attraverso la pittura e nel 1976 partecipa alla sua prima esposizione collettiva in Ticino organizzata dalla Galleria Pannelle 8 di Locarno. Nello stesso anno segue la sua prima mostra personale alla Galerie Bettina di Zurigo, alla quale ne seguono altre, personali e collettive, in Svizzera e all’esterno.
Alla fine degli anni ‘70, grazie al pittore comasco Mario Radice di cui Max Huber stava curando il progetto grafico del catalogo, conosce Angelo Tenchio che la introduce alla tecnica dell’incisione e successivamente, grazie a Paolo Minoli, apprende la tecnica della serigrafia. Dagli anni ’80 si dedica anche alla progettazione di tappeti, grazie alla collaborazione con l’architetto Mario Botta. Il primo incarico è per la SBS di Lugano (l’attuale UBS) a cui segue il progetto per il ristorante della Banca del Gottardo.
Agli inizi del 2000 è tra gli ideatori del m.a.x. museo di Chiasso, inaugurato nel 2005 e dove, nel 2009 viene organizzata una sua mostra personale a cui ne segue un’altra organizzata nel 2021 dal Museo d’Arte di Mendrisio.
Nel 2023 riceve il prestigioso Premio alla Carriera indetto dalla Triennale di Milano, quale progettista che ha saputo rivoluzionare il campo del design della comunicazione visiva.
Attualmente vive e lavora a Novazzano.
Selezione bibliografica
Eros Bellinelli, Aoi Huber-Kono, catalogo della mostra (1986, Campione d'Italia, Tonino Art Gallery), Pantarei, Lugano 1986.
Giappone-Japan. Dieci secoli d'arte da collezioni private, catalogo della mostra (4.12.1987-24.1.1988, Museo d’Arte Mendrisio), Mendrisio 1987
AA.VV., Aoi Huber. Il tappeto, Editions Virgola, Novazzano 1994.
AA.VV., Io, Aoi, Skira, Milano 1995.
Gabrielle-Dominique Rondez (a cura di), Aoi Huber Kono. Prova colore, catalogo della mostra (26.2.2012-18.3.2012, Mendrisio, Stellanove, Spazio d'Arte), Editions Virgola, Novazzano 2012.
AA.VV., Aoi, Max, catalogo della mostra (26.9.2013-26.10.2013, Massagno, Casa Pasquée), Comune di Massagno 2013.
Mostre - Exhibitions
1976 Galleria Pannelle 8, Locarno
1976 Galleria Bettina, Zürich (personale)
1978 Fondazione Caccia Rusca, Morcote (personale)
Galleria Blu-Art, Varese (personale)
1979 Aoi Huber Kono. Acqueforti, Gallery 5610, Tokio (personale)
1980 Galleria La Colonna, Como
Aoi Huber Kono. Acqueforti, Galleria Pieter Coray, Lugano (personale)
Galleria 412, Tokyo
1981 Aoi Huber-Kono. Bilder und Graphik, Galleria Suzanne Bollag, Zürich (personale)
Gravuras Suíças Contemporâneas, Galeria do Sol, São José dos Campos (BRA)
1982 Aoi Huber-Kono. Pitture / acqueforti, Galleria La Loggia, Carona (personale)
1984 Aoi Huber Kono e Anna Vannotti, Logo Design, Chiasso
1986 Aoi Huber-Kono, Tonino Art Gallery, Campione d’Italia (personale)
Galleria Vivan, Tokyo
1987 Giappone-Japan. Dieci secoli d'arte da collezioni private, Museo d’Arte Mendrisio
1987 Aoi Huber. Grafica, Galleria Owens, Lugano (personale)
1988 Incisione nell'ambiente lariano, Chiostrino di Sant’Eufemia, Como
1989 Aoi. Esposizione di grafica, Libreria Clexidra, Lugano (personale)
1990 Antonietta Airoldi, tessitura. Aoi Huber-Kono, disegni. Anna Vannotti, ceramika raku, Atelier AAA, Lugano
1991 Antonietta Airoldi, tessitura. Aoi Huber-Kono, disegni. Anna Vannotti, ceramika raku, Atelier AAA, Lugano
1998 Io, Aoi, Living Design Gallery, Tokyo
Castello di Sasso Corbaro, Bellinzona
CISI – 1° esposizione societaria, Ex Municipio di Castagnola, Lugano
Aoi Huber Kono. Prova di stampa, Gabriele Capelli Libreria architettura arte, Mendrisio (personale)
2004 25 anni di incisione in Ticino, La cartella di grafica della Società Ticinese di Belle Arti, Museo Epper, Ascona
2005 Vom General zum Glamour Girl - Ein Portrait der Schweiz, Schweizerische Landesbibliothek, Berna
2007 Quaranta, Galleria Torino Art, Campione d’Italia
2009 Aoi Huber Kono. Colors, Max Museo, Chiasso (personale)
2010 Room, Gallery 5610, Tokyo
2012 Aoi Huber Kono. Prova colore, Galleria Stellanove, Mendrisio (personale)
2013 Aoi e Max Huber, Casa Pasquèe, Massagno
2014 150 Anniversary of Diplomatic Relations between Switzerland and Japan (con/with Max Huber), Galleria 5610, Tokyo
2014 TI-CH. Arte svizzera nelle acquisizioni del Museo Cantonale d’Arte, 1999-2014, Lugano
2015 Box & Needle, Kyoto
2021 Aoi Huber Kono/Victoria Diaz Saravia. Nakama, Galleria Doppia V, Lugano
Aoi Huber Kono. Acqueforti, Acrilici, Arazzi, Museo d’Arte Mendrisio (personale)
2022 Time & Style, Milano (personale)
2025 Fondazione d’Arte Erich Lindenberg, Porza (personale)
Collaborazioni / Collaborations
Alex Japan
Andersen
Anonima studio
Atelier Bruno Longoni
Box & Needle
Corraini
Delfonics
Drill Design
Einaudi
Emme Edizioni
Fiorio
Ishinomaki Laboratory
Lantal Textiles
La Rinascente
Naef
Oriental Carpet
Takenaka Corporation
Tipografia Nava
Tokyo Saikai
Zanotta
Nakama: Victoria Diaz Saravia e Aoi Huber Kono
a quattro mani
La leggerezza come programma poetico è la prima delle sei proposte per il prossimo millennio riportate dal Massachusetts da Italo Calvino e da sua moglie. La lettura del libro, Lezioni americane, ha catturato il pensiero
e l’immaginazione di numerose penne, matite, tastiere. Diceva Calvino
in un aforisma affascinante: la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso. In architettura questo programma di sotto trazione interroga il principio elementare dalla firmitas vitruviana.
Victoria cerca di fare a meno della gravità, della pesantezza, della necessità di costruire le fondamenta dell’edificio per ambire alla reinven zione della propria vita in chiave nostalgica e critica. Mi scrive Victoria: «Cucire è una delle cose che più mi piace fare fin da bambina. [...] Sono felice con un filo, un ago e un pezzo di tessuto in mano. [Le mie costruzioni sono] precisi ricordi dei dettagli dei luoghi della mia infanzia.»
Calvino schizza un arco filologico «ampio da coprire la poesia
e la filosofia dalla Grecia insino alla fine del secondo millennio.» L’opposi zione tra peso e gravità nel senso fisico di Archimede che alza la gamba nella vasca da bagno, gravità nel senso morale di ponderazione del giudizio, e leg gerezza, concetto in oscillazione tra il sottile e il superficiale, coinvolge la pesantezza e il tempo lungo dell’architettura e della scultura. Tuttavia questa situazione complessa si presta al gioco della contraddizione. Si può sostenere che lo scultore Eduardo Chillida è capace di dinamizzare, persino di sollevare nell’aria l’intreccio di una massa di ghisa.
Oggi, l’antitesi tra toccabile & intangibile, materiale & immateriale, categorie politiche depositate dall’unesco, cercano di attivare l’industria globale del turismo. Dunque, la musica e la gastronomia, la falconeria e il kriss, pugnale di Java, fanno parte del nostro patrimonio mondiale, mentre la tauromachia che risponde alla definizione canonica dell’intangibilità del know how rimane fuori gioco. Si capisce che l’allontanamento della tauromachia risponde alla bocciatura politica del culto di Franco.
Mi chiedo perché urbi &t’orbi la falconeria è gradita come hobby sportivo e pittoresco senza significato politico.
Nella stessa logica consumista i blue jeans strappati di alta gamma costano quattro volte il prezzo di uno normale strappato in fabbrica.
Solo per scoraggiare l’operazione vernacolare del do-it-yourself, praticata con un paio di forbici? Oggi gli pneumatici di F1 sono programmati per distruggersi in uno scenario policromo di breve, media e lunga durata. Viviamo in una società di consumo dove le tecniche dello sfilacciare e del l’obsolescenza programmata raggiungono il museo immediato del collezio nismo. Sfilacciamento o sfilacciatura?
Vorrei ritrovare l’avvenimento antico del plus léger que l’air,
il più leggero dell’aria, tramite un indovinello: in cosa si possono combinare il taglio affusolato della pasta di carta e la cucitura dei frammenti longitudinali con un filo di cotone? Sì! una mongolfiera. Avete vinto un volo a scelta sopra Annonay o Versailles. Alla fine dell’Ancien Régime, le vicende dell’aerostazione catturano la curiosità delle popolazioni non solo in Francia ma in tutta l’Europa. La situazione di sospensione nell’aria mescola due
percezioni. La prima si trova nella descrizione pittorica dell’avventura, dipinta persino da Francisco de Goya in un grande quandro ad olio su tela che sembra annunciare Turner. La seconda si coglie nella testimonianza verbale. Tra i molti concorrenti dei Frères Mongolfier si trova il fisico Jacques Charles, capace di gonfiare la sua cupola con idrogeno e capace anche di descrivere il suo volo del dicembre 1783. Dopo un primo atterraggio Charles si rialza nella sua machine per osservare un secondo tramonto. Questo momento storico sembra segnare la fine dell’Illuminismo: davanti alla prova che l’aeronave non è dirigibile.
Questa digressione fuori luogo ci rimanda alla configurazione plastica a quattro mani di Aoi e Victoria. Penetriamo in un momento più recente della modernità, quando la tecnica e la metafora del Textil si profi
lano nella teoria dell’architettura. Per Gottfried Semper la questione materiale delle origini dell’arte e della società si trova nell’invenzione del tessuto. Tale ipotesi è affascinante. Respinta la magia rimane la maglia. Fragilità e solidità convivono nella tessitura. Il tessile combina le reti.
Sono incapace di figurarmi cosa succederà nell’atmosfera luminosa della Galleria Doppia V. Vedremo come le affinità elettive di Aoi Huber Kono e Victoria Diaz Saravia possono cucire un programma di sorprese. Non si sa come tradurre la parola nakama, scelta come manifesto della mostra.
Magari come connivenza. Mi aspetto di cogliere profumi erotici e sublimi tra vello oscuro e volo degli angeli.
Jacques Gubler